martedì 24 aprile 2007

Storia triste di un pensionato che non voleva arrendersi


A volte la voglia di lavorare, di continuare a lavorare, è talmente forte che non c'è niente che possa fermarla: l'età, i familiari, il rischio. Questa è la storia di Vincenzo Piccirillo, operaio ostinato di 73 anni, che ha perso la vita cadendo da un solaio dove stava lavorando, questa mattina a Napoli. Ma la sua storia non di mostra che non si può lavorare a 73 anni: dice solo che ci sono persone che vogliono farlo, e non è detto che sia per bisogno, ma semplicemente per passione. E non è giusto che debbano farlo "in nero":
«Aveva una buona pensione di circa 1200 euro al mese, ma era più forte di lui, voleva lavorare», racconta infatti il genero, Bizzarro. Piccirillo era stato dipendente di una ditta fino al 1994 per poi andare in pensione e mettersi in proprio, accettando piccoli lavori in nero. Nel centro storico di Napoli aveva partecipato a molti lavori di ristrutturazione, tra cui quelli della biblioteca Brancaccio a pochi metri dal luogo dove ha perso la vita. In quella zona era stimato per la sua attività e veniva chiamato spesso per eseguire lavori. Aveva tre figli, era vedovo da dieci anni, aveva sei nipoti, che - sottolineano i familiari - amava moltissimo e dedicava loro tutto il tempo in cui non era impegnato al lavoro. «Non parlava di lavoro in casa perchè la figlia era contraria al fatto che lui continuasse l'attività - aggiunge il genero - era iscritto all'associazione nazionale invalidi sul lavoro, ma non partecipava alla vita associativa, voleva solo continuare a lavorare». Nella Fiat Panda rossa con la quale questa mattina aveva raggiunto Napoli dal comune di Marano, gli attrezzi di lavoro, un secchio per impastare la calce e un'agendina. Ogni cosa riconduce alla sua attività di operaio edile, per la quale ha speso un'intera vita. Drammatico per i familiari accorsi sul posto, oltre al genero, un fratello e il figlio Luigi, il momento del riconoscimento. L'uomo era riverso a terra, è caduto battendo il capo ed è morto all'istante. Stava lavorando al terzo piano di una palazzina al civico 6 di vico Donnaromita, era in piedi sul cornicione con in mano un attrezzo da lavoro, forse utilizzato per demolire un muretto da ristrutturare. All'improvviso ha perso l'equilibrio, lasciando cadere l'attrezzo che aveva in mano, finito sul balcone al primo piano dello stabile. Con lui, probabilmente, lavoravano altre persone, forse di nazionalità polacca o comunque dell'Est Europa, che subito dopo la disgrazia si sono dileguate.

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