sabato 28 aprile 2007

Come ci vedono i giovani


Tutti i giovani sono convinti che si debba fare la riforma delle pensioni. Praticamente tutti: il 90%. Lo dice una ricerca presentata pochi giorni fa dalla Confcommercio, e condotta su un campione di 80 persone tra i 18 e i 35 anni. Sono convinti che il sistema vada aggiustato al più presto, pena il rischio di collasso, che significherà niente più pensioni per loro e per le prossime generazioni. I punti su cui il buon senso di chi ancora non è parte in causa sono: 1) l'età (moltissimi sono quelli che ritengono equo andare in pensione ben dopo i 60 anni); 2) il rapporto tra previdenza pubblica e previdenza integrativa, con l'intervento di fondi e assicurazioni che provvedano là dove la pensione pubblica non potrà arrivare. A fronte di queste opinioni, sono molti i giovani che temono di arrivare a non prendere nessuna pensione. Chi oggi è un po' più avanti con gli anni, benché abbia delle legittime aspettative sull'età del pensionamento, dovrebbe riflettere.

martedì 24 aprile 2007

Storia triste di un pensionato che non voleva arrendersi


A volte la voglia di lavorare, di continuare a lavorare, è talmente forte che non c'è niente che possa fermarla: l'età, i familiari, il rischio. Questa è la storia di Vincenzo Piccirillo, operaio ostinato di 73 anni, che ha perso la vita cadendo da un solaio dove stava lavorando, questa mattina a Napoli. Ma la sua storia non di mostra che non si può lavorare a 73 anni: dice solo che ci sono persone che vogliono farlo, e non è detto che sia per bisogno, ma semplicemente per passione. E non è giusto che debbano farlo "in nero":
«Aveva una buona pensione di circa 1200 euro al mese, ma era più forte di lui, voleva lavorare», racconta infatti il genero, Bizzarro. Piccirillo era stato dipendente di una ditta fino al 1994 per poi andare in pensione e mettersi in proprio, accettando piccoli lavori in nero. Nel centro storico di Napoli aveva partecipato a molti lavori di ristrutturazione, tra cui quelli della biblioteca Brancaccio a pochi metri dal luogo dove ha perso la vita. In quella zona era stimato per la sua attività e veniva chiamato spesso per eseguire lavori. Aveva tre figli, era vedovo da dieci anni, aveva sei nipoti, che - sottolineano i familiari - amava moltissimo e dedicava loro tutto il tempo in cui non era impegnato al lavoro. «Non parlava di lavoro in casa perchè la figlia era contraria al fatto che lui continuasse l'attività - aggiunge il genero - era iscritto all'associazione nazionale invalidi sul lavoro, ma non partecipava alla vita associativa, voleva solo continuare a lavorare». Nella Fiat Panda rossa con la quale questa mattina aveva raggiunto Napoli dal comune di Marano, gli attrezzi di lavoro, un secchio per impastare la calce e un'agendina. Ogni cosa riconduce alla sua attività di operaio edile, per la quale ha speso un'intera vita. Drammatico per i familiari accorsi sul posto, oltre al genero, un fratello e il figlio Luigi, il momento del riconoscimento. L'uomo era riverso a terra, è caduto battendo il capo ed è morto all'istante. Stava lavorando al terzo piano di una palazzina al civico 6 di vico Donnaromita, era in piedi sul cornicione con in mano un attrezzo da lavoro, forse utilizzato per demolire un muretto da ristrutturare. All'improvviso ha perso l'equilibrio, lasciando cadere l'attrezzo che aveva in mano, finito sul balcone al primo piano dello stabile. Con lui, probabilmente, lavoravano altre persone, forse di nazionalità polacca o comunque dell'Est Europa, che subito dopo la disgrazia si sono dileguate.

domenica 22 aprile 2007

In pensione più tardi? "No, suicidatevi direttamente"


Mentre in Italia scattano i soliti riflessi condizionati (per cui se si dice "donne in pensione più tardi" , subito i sindacati "alzano gli scudi" e il ministro del lavoro smentisce), ma per fortuna c'è anche qualche ministro donna, come Linda Lanzillotta, che dice "parliamone" (intervista sulla Stampa di oggi), in America esce un pamphlet, "Boomsday", che, provocatoriamente, suggerisce all' esercito di baby boomers pensionati, di suicidarsi. In effetti, nel mondo sta arrivando uno tsunami, che travolgerà in modo diverso paesi occidentali e paesi del terzo mondo: si chiama longevità, ma si chiama anche una valanga di anziani che vivranno "alle spalle" dei pochi giovani. Forse sarà più devastante del cambiamento climatico.
Sul "Corriere della Sera" di oggi Massimo Gaggi riassume la trama di questo libretto scritto da Christopher Buckley (autore già di Thank you for smoking): nel 2010, di fronte all'esercito di ex baby boomers che va in pensione, costringendo il governo ad alzare continuamente le tasse sul lavoro dei giovani, scoppia la rivolta. I giovani si ribellano e assaltano i villaggi e le case degli anziani. Finché una giovane blogger, quasi per scherzo propone agli over 70 di suicidarsi. E viene presa sul serio da un cinico senatore del Massachussets... Il tema in America sta scaldando gli animi e le classifiche di vendita dei libri.
Noi, intanto, stancamente ci domandiamo se per caso una donna di 60 anni non potrebbe cominciare , magari volontariamente, come propone Linda Lanzillotta, ministro degli Affari Regionali, a ritardare l'uscita dal lavoro di qualche altro anno.
Ma l'Italia è già più vicina di altri al "boomsday", perché siamo già il paese con l'età media più alta del mondo! Dice Robert Samuelson, citato alla fine dell'articolo sul Corriere: "Stiamo commettendo un crimine politico ed economico nei confronti dei nostri figli e forse - s ei giovani rifiuteranno il ruolo di vittime designate - anche verso noi stessi".

sabato 21 aprile 2007

Ragazze, in pensione a 62 anni? Ma il ministro smentisce


Visto che viviamo tutti di più (e le donne in particolare), da alcuni anni sotterraneamente, c'è chi dice che l'età pensionabile delle donne andrebbe alzata gradualmente fino a portarla al livello degli uomini. Intendiamoci: finché resta più bassa io sono contenta, e come tutti ne approfitterò (spero)! Ma è giusto? Adesso si scopre, scrivono oggi Roberto Giovannini e Teresa Pitelli su La Stampa , che il governo “sta valutando l’ipotesi di innalzare l’età pensionabile delle donne a 62 anni, assegnando un anno di contributi in più per ciascun figlio. Si tratterebbe di “una riforma graduale, non attuata per decreto legge, e varata in cambio di misure compensative. Ad esempio, la concessione di un anno di contribuzione figurativa per ogni figlio dato alla luce, o un computo della pensione più favorevole. Sarebbe certamente un cambiamento importante per la società italiana. Tradizionalmente, il trattamento più favorevole previsto per le donne ha fondamento nelle oggettive penalizzazioni di carriera e di retribuzione. Tuttavia, le donne hanno una speranza di vita molto maggiore, e di recente la Corte di Giustizia Ue ha espresso dubbi. Tra le ipotesi, quella di passare a 61 anni dal 2008, e giungere a quota 62 anni dal 2012-2014. Nel governo non c’è unanimità, ma i consensi per una riforma ‘soft’ sono maggioritari. C’è il sì di Emma Bonino e Linda Lanzillotta, sarebbe d’accordo anche Tommaso Padoa-Schioppa, nella maggioranza concorda Tiziano Treu (Dl). Il cautissimo ministro del Lavoro Cesare Damiano vuole soprattutto evitare una possibile reazione negativa dei sindacati, ma al ministero fonti qualificate confermano che ‘è una delle ipotesi allo studio’. Si dice, infine, che nonostante il ‘no’ prevalente in Cgil, il leader Guglielmo Epifani sarebbe in realtà disponibile. Tutto sarà discusso al tavolo governo-parti sociali, che presumibilmente chiuderà dopo le elezioni amministrative. Se l’intesa sarà raggiunta, in giugno potrebbe arrivare anche il decreto legge per attuarne i contenuti".
Ma il ministro del Lavoro Cesare Damiano si è affrettato a intervenire: "Non abbiamo nessun progetto di innalzamento dell'età pensionabile per le donne". Giusto?

giovedì 19 aprile 2007

Non autosufficienti, un terremoto in arrivo


Quando si sta bene, nessuno pensa di diventare non autosufficiente. Sembra, per lungo tempo, un'assurdità. Invece i numeri dicono che lo tsunami sta arrivando. Siamo il paese che ha già la più alta percentuale di anziani, le cifre si gonfiano anno dopo anno, e nel 2040 il rapporto tra over 65 e lavoratori attivi raddoppierà, portandosi a quota 46%. Molti, alcuni, ma comunque tanti, di quegli over 65, saranno non autosufficienti, e per aiutarli servirà, secondo l'Ocse, dal 3,5 al 5,3% del Pil. Negli altri paesi la media oscilla tra il 2,8 e il 4%. L'Italia totalizza sempre qualche rec ord negativo! Ma anche se non fosse un record, il problema è enorme e tutti i paesi si devono attrezzare per affrontarlo. Ovviamente chi non speri nella fortuna o, ancora più infondatamente, nello Stato, potrebbe pensare di farsi una polizza assicurativa. L'Isvap, l'istituto che controlla le compagnie assicurative, suggerisce delle polizze collettive per i lavoratori. Per le assicurazioni una montagna d'oro, l'equivalente, facendo le debite proporzioni, dei fondi per le pensioni integrative. Lo Stato, oltre all'età della pensione per gli over 60 che sono in forma, dovrà preoccuparsi presto anche di quelli un po' più avanti negli anni che hanno bisogno di tutto. Oggi sul Corriere della Sera il ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa dice che, come Ulisse, dovrà farsi legare per non ascoltare le sirene che chiedono lo status quo: non cambiare nulla per non essre impopolari, al futuro poi ci si penserà. Ma il nostro futuro non è tanto lontano.

martedì 17 aprile 2007

Ricchi e anziani, una torta molto ghiotta

Mister Feikema a 90 anni ha perso la moglie. Lui è cieco e ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui e dei suoi interessi. Decide di iscriversi al gruppo Elder Service, che si occupa della clientela benestante della banca locale Wells Fargo. In Minnesota, Stati Uniti. Mister Feikema, così, ha qualcuno che si gestisce i suoi affari e lui può vivere sereno. E' l'esempio di ciò che succederà sempre più spesso in futuro, ci ricorda The Economist: "Nel gennaio 2006 il primo di 77 milioni di baby boomers americani ha compiuto 60 anni. Molti di loro resteranno vedovi (O più spesso vedove) e avranno bisogno di qualcuno che si occupi di loro e dei loro risparmi". Si calcola che a livello mondiale gli over 55 posseggano circa il 70% della ricchezza totale. Una bella torta. Ecco quindi che ci si buttano le banche locali, come Wells Fargo nel Minnesota, e Citigroup, il più grande gruppo bancario del mondo. Addirittura in America molte banche offrono oggi muti "alla rovescia",cioè finanziamenti garantiti sul possesso della casa. Quando il proprietario muore, sono gli eredi che vendono e rimborsano il prestito. Anche se non sempre, probabilmente, ne sono felici. In Italia il mercato è molto meno selvaggio, e non credo che nessuno si impegnerebbe la casa per vivere più comodamente gli ultimi anni della propria vita a spese dei propri eredi. Che però gli "anziani" dispongano di una considerevole potenza economica (se non altro per il numero, che in Italia è più alto che altrove) è un fatto. Sempre di più i servizi agli anziani saranno un business su cui lanciarsi. Gli stessi "anziani", ci racconta ancora l'Economist, vengono assunti da certe società e istituti di credito, per trattare con questa speciale clientela.

sabato 14 aprile 2007

Amore e sesso


Forse sono i giovani ad avere ancora ansie sul sesso. O comunque quelli che a 40 anni si sentono ancora "ragazzi". Perché da un'indagine sul sesso over 60 dice che uno su tre fa l'amore "spesso". Beati loro. A meno che non ci sia un fraintendimento sulla parola "spesso"....! Comunque, secondo la ricerca della società italiana di sessuologia, presentata al convegno sulla Terza età in corso a Roma, più della metà degli uomini oltre i sessanta dice di essere sempre innamorato (nella foto un'immagine del film Ultimo tango a Parigi). Il problema é: di chi? Le donne della stessa età che dicono questa enormità sono una su tre: sempre più realiste, le ragazze! Per tutti comunque l'attrazione nella coppia resta importante, ma sono più le donne che si danno da fare per mantenersi all'altezza. Gli uomini si lasciano andare un po' di più ( forse confidano di più sulle loro doti "naturali"). Viagra e affini sono out per l'88% delle donne e per l'83% dei maschi. L'autoerotismo è escluso tassativamente dal 46% degli uomini (???) e solo dal 30% delle donne. E l'amore o l'attrazione verso qualcuno più giovane? "Mai" risponde il 65% delle donne. Mentre gli uomini su questo cedono alla vanità e anche alla verità: "spesso" o "sempre" il 42% dei maschi si sente attratto da una persona più giovane. Leggi di più.
Comunque il sesso è fondamentale per quella "vita in più" che aspetta i ragazzi e le ragazze over 60.

venerdì 13 aprile 2007

In pensione per farsi riassumere


Sempre più spesso negli Stati Uniti, i pensionati si dedicano al lavoro, invece che alle crociere e ai nipotini. In Arizona una scuola ha messo in piedi un florido business assumendo gli insegnanti appena andati in pensione. A Chicago il sindaco ha permesso che il capo dei vigili del fuoco andasse in pensione per poi fargli un contratto come capo della sicurezza della città. E naturalmente il reddito vola, perché si somma la pensione con il nuovo stipendio.
"Double-dipping" è l'espressione usata dall'Economist, settimanale inglese, per questa pratica. Come spiegare quest'espressione? Mi viene in mente uno che faccia la "scarpetta" nel suo piatto e anche nella padella. Perché no? In alcuni Stati americani questo doppio reddito è vietato, ma non in tutti. A New York i dipendenti pubblici possono tornare al lavoro il giorno dopo essere diventati pensionati, però il nuovo stipendio è sottoposto a un tetto. La domanda dell'Economist è anche la mia: perché mai una società che invecchia, e che tra poco avrà troppo pochi lavoratori attivi per poter mantenere l'esercito dei pensionati, dovrebbe temere che qualcuno abia questo doppio ruolo (lavoratore e pensionato)? I double-dippers si sono guadagnati la pensione e ora si guadagnano lo stipendio. In più pagano tasse e contributi e contribuiscono ad alleviare il problema demgrafico. O no?
The Economist http://www.economist.com/index.html

mercoledì 11 aprile 2007

Lavorare più a lungo?

Si va in pensione a 58 anni, in media. Ma i neo pensionati non sono tanto contenti di smettere di lavorare. Chi può vorrebbe continuare a farlo per qualche anno in più. Gli uomini e le donne, intervistati dal Censis (un istituto di ricerca) dicono che vorrebbero rimanere al lavoro fino a 62 anni. Sono sempre medie, ma fanno capire che la pensione per molti "può attendere", come titola il nostro blog e come titola oggi un articolo di Repubblica, che anticipa la ricerca del Censis.
Interessante notare che il 34% degli intervistati dice che sarebbe giusto andare in pensione tra i 61 e i 65 anni, e molti ritengono che anche le donne debano essere equiparate. Ricordiamoci che le donne vivono in media più degli uomini!
Cosa pensano quelli che vanno in pensione. Solo il 57% ritiene che il periodo del meritato riposo sia "bello e piacevole. Gli altri lo ritengono disorientante. Rimedi? Impegnarsi in attività nuove, fare volontariato e soprattutto mantenere buone e ricche relazioni con gli altri. Facile a dirsi.
A questo proposito segnalo un libro bellissimo, di cui poi magari racconterò più in dettaglio il senso: è "Everyman" di Philip Roth.
link al sito www.terzaeta.somedia.it

lunedì 9 aprile 2007

Qualcosa è cambiato


Quanti si rendono conto di quanto è cambiato l'orizzonte temporale della vita negli ultimi quaranta anni? Chi oggi ha 50 o 60 anni ha vissuto la propria infanzia in un periodo in cui l'aspettativa di vita era di 65-70 anni massimo. Mai avrebbe pensato di arrivare a questa età e di sentirsi ancora così giovane: il tempo si è "allungato" di quasi 15 anni. Adesso l'aspettativa di vita è ben oltre gli 80 anni. Chi nasce oggi, addirittura, ha un orizzonte temporale di circa 100 anni. Una vera rivoluzione.
Nel lavoro questa è l'età in cui si comincia a pensare che, prima o poi, ci spetterà una pensione. Eppure quasi nessuno di noi si sente pronto a fare il "pensionato"! Non c'è bisogno di esortare i cinquantenni a pensare a se stessi come ancora giovani: per molti questo è il momento in cui, finalmente, si può cominciare a fare, e a essere, ciò che si è sempre voluto. Ma come realizzarlo? Questo forse non è chiaro per tutti. E' su questo che bisogna lavorare, escogitare delle nuove strategie di crescita in un tempo in cui i nostri genitori tiravano i remi in barca. Esempi, storie, dati, prospettive, idee: qui cercherò di scoprire e raccontare tutto ciò che può servire a costruire dei nuovi percorsi. A vivere una vita in più.