giovedì 17 maggio 2007

No, i coefficienti no!


Infuria, si fa per dire, il dibattito sulle pensioni. I sindacati minacciano scioperi, Prodi assicura: tutto si aggiusterà. Lo stesso dice Damiano, ministro del Lavoro. Comunque, di fronte all'aut aut: rivedere i coefficienti e quindi abbassare le pensioni, o alzare un po' l'età pensionabile e lavorare qualche anno di più, gli italiani preferiscono quest'ultima soluzione. Lo dice un sondaggio Swg, che sarà pubblicato dall'Espresso domani: per quasi due terzi degli italiani l'importo della pensione che si riceverà è più importante del momento del ritiro dal lavoro. E se il 48% degli intervistati sostiene che il Governo deve evitare lo scalone (il passaggio nel 2008 da 57 a 60 anni per l'età di accesso alla pensione di anzianità a fronte di 35 anni di contributi) c'è un 37% che chiede di applicare la legge Maroni e un 15% che «non sa». Il 31% degli intervistati (800 persone il campione) ritiene che il sindacato non deve cedere sull'innalzamento dell'età pensionabile, mentre la maggioranza assoluta (il 53%) chiede di non cedere assolutamente sull'importo delle pensioni e quindi nella sostanza sulla revisione al ribasso dei coefficienti. Il 59% degli intervistati è disponibile all'innalzamento dell'età di pensionamento a 60 anni (ma nella domanda le altre opzioni erano sull'innalzamento a 63 e a 65 anni) mentre la metà degli intervistati ritiene che le donne debbano avere lo stesso trattamento degli uomini (il 58% degli uomini e il 43% delle donne.

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