martedì 8 maggio 2007

Pensioni, parte la trattativa. (E occhio alla Germania)

Domani il governo apre il "tavolo" di discussione sulle pensioni con i sindacati. Sul tavolo stesso ci sono vari punti, tra i quali il famoso "scalone" della riforma Maroni, la revisione dei coefficienti di calcolo della pensione e l'età pensionabile (compresa quella per le donne). Sullo sfondo il continuo e inesorabile allungamento della vita media, che preme sul sistema come un'enorme massa d'acqua su una diga già crepata. Chi volesse avere un'idea di come si sono regolati all'estero, può leggersi l'analisi del caso Germania, dove sono state fatte varie riforme negli ultimi anni, l'ultima nel 2001 e dove il punto cardine è l'età pensionabile a 65 anni, sottoposta a una serie di incentivi e penalizzazioni, per chi vuole anticipare o posticipare il momento dell'andata a riposo.
Ecco un brano dello studio pubblicato oggi dalla voce.info:
" In Germania le pensioni sono pagate generalmente a 65 anni di età, ma è possibile ottenere una pensione anticipata oppure lavorare più a lungo e ricevere la pensione a un’età più avanzata. Prima del 1992 l’aggiustamento dei benefici all’età di pensionamento era soltanto implicito, avveniva attraverso il numero riconosciuto di anni di servizio. A partire dalla riforma del 1992, i 65 anni sono considerati l’età "cardine" per il calcolo dei benefici pensionistici. Per ciascun anno di pensionamento anticipato e fino a cinque anni, le pensioni sono ridotte del 3,6 per cento (in aggiunta all’effetto dei minori anni di servizio). La riforma del 1992 ha anche introdotto premi per pensionamenti posticipati in modo sistematico. Per ciascun anno di pensionamento posticipato dopo i 65 anni la pensione è aumentata di 5 punti percentuali in aggiunta all’incremento "naturale" indotto dalla crescita degli anni di servizio.

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