martedì 22 maggio 2007

Raddoppiati in 25 anni



Domani l'Istat presenterà il suo rapporto annuale, ma sugli anziani sono stati anticipati alcuni dati, presentati a Roma, alla convention di Federanziani. Scrive l'Ansa: dal 1980 la presenza degli anziani nella popolazione italiana è cresciuta enormemente: gli ultrasessantacinquenni sono aumentati del 50%, arrivando ad una popolazione di 12 milioni di unità al 2006, contro gli 8,5 milioni di 25 anni fa. La maggior parte di loro, circa il 45 per cento, si sente in buona salute. «Gli anziani sono una parte importante della nostra società - ha detto Roberto Messina, presidente di Federanziani - ma si sentono inutili, umiliati e strumentalizzati. Non c'è più una cultura della famiglia e della solidarietà tra le generazioni. L'Italia è all'ultimo posto tra i Paesi sviluppati per l'attenzione alla terapia del dolore, e quasi due milioni di anziani con feriti difficili devono spendere fino a 250 euro al mese per curarsi». Per fortuna le condizioni di salute della terza età italiana sono discrete, visto che il 45% dei nonni nostrani si sente in buona salute. Tuttavia la percentuale scende decisamente con il passare degli anni, arrivando al 25 per cento negli over 75. In base ai dati presentati circa il 76,5% ha una sola malattia e solo il 34,6% è un cronico in buona salute. Tra le malattie più diffuse vi è l'artrosi o l'artrite (18,3%) e l'ipertensione (14,2%). Il cancro fa meno paura e nel 2006 si è registrata una diminuzione dei decessi causati da questa malattia, pari all'1,5% per gli uomini e allo 0,3% per le donne. Ma i controlli periodici per l'osteporosi e la mammografia per le donne dopo i 40 anni non sono ancora una prassi consolidata. «Chiediamo di mettere la terza età - ha concluso Messina - al centro dell'attività programmatoria e assistenziale della comunità nazionale. Per questo abbiamo un programma di dieci richieste, tra cui l'incremento dei servizi di assistenza domiciliare integrata, l'istituzione di un buono per le prestazioni specialistiche che consenta l'accesso alle strutture private, la rimborsabilità totale delle medicazioni per le ferite difficile e il consenso informato per l'assunzione di farmaci antipsicotici».

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